Ormai tutti conoscono il significato della cosiddetta "spunta blue" su Twitter, una sorta di certificazione dell’identità che la piattaforma di Elon Musk concede ai propri utenti in cambio di un abbonamento al servizio Twitter Blue. Una funzionalità simile è disponibile anche su Facebook e Instagram, prende il nome di "Meta Verified" e prevede anch’essa un canone mensile.
Ora la spunta blue compare anche su Gmail, il servizio per la gestione della posta elettronica di Google, che però presenta un funzionamento leggermente diverso rispetto alle sue alternative sui social network. Si tratta infatti di una feature dedicata alla sicurezza, pemettendo ai destinatari di capire se il mittente di un messaggio è chi dice di essere.
Alla base di questa novità vi è un sistema di controllo lanciato per la prima volta nel 2020. Si tratta nello specifico dello standard BIMI (Brand Indicators for Message Identification) che, date le sue caratteristiche, è indirizzato in particolare (ma non solo) alla verifica delle caselle di posta elettronica utilizzate da aziende e marchi dotati di una certa notorietà.
Grazie al BIMI i messaggi vengono autenticati attraverso DMARC (Domain-based Message Authentication, Reporting & Conformance). Un protocollo in grado di individuare i tentativi di spoofing con i quali utenti malintenzionti provano a nascondere e falsificare la propria identità cercando di farsi passare per mittenti generalmente affidabili.
La spunta blue di Gmail si presenta quindi come uno strumento pensato per combattere il phishing, lo spam e altri tantativi di raggiro operati via e-mail. Essa dovrebbe essere disponibile a breve anche per l’utenza italiana e anche per gli account personali, chi volesse approfondire l’argomento potrà farlo consultando le pagine Web ufficiali del progetto BIMI.