Secondo quanto recentemente disposto dall’Agenzia Italiana per le Telecomunicazioni, anche i portali che raccolgono e mettono a disposizione degli utenti contenuti autoprodotti dagli utenti devono essere considerati come dei palinsesti televisivi.
Quello che può sembrare all’apparenza un riconoscimento, può essere visto anche come un ostacolo per l’evoluzione del video-streaming, infatti, essere parificati ad una qualsiasi televisione significa anche dover sottostare agli stessi limiti imposti per legge.
In pratica, secondo il nuovo regolamento della Agcom, viene definita "palinsesto" qualsiasi emittente che produca almeno 100 mila Euro di fatturato, trasmetta programmi audio-video 24 ore al giorno per tutta la settimana o i cui contenuti siano gestiti da soggetti con responsabilità editoriali.
Ne consegue che un "palinsesto", per poter trasmettere i suoi programmi deve prima ricevere la necessaria autorizzazione; YouTube rientrebbe in questa fattispecie, fortunatamente però, avendo la sua sede Europea in Irlanda, dovrebbe essere esentata dall’attenersi al nuovo regolamento.