In un’epoca di multiversi cinematografici Mark Zuckerberg e soci avrebbero deciso di investire 50 milioni di dollari per l’implementazione di un proprio metaverso dedicato al social networking, in pratica uno spazio virtuale dove gli utenti abbiano la possibilità di incontrarsi indipendentemente dal luogo in cui si trovano fisicamente.
I capitali messi a disposizione da Menlo Park per questo progetto non riguarderebbero per ora lo sviluppo software ma iniziative volte a comprendere come una soluzione di questo genere possa essere realizzata in sicurezza, per questo motivo sono stati chiamati a raccolta rappresentanti del mondo accademico, associazioni per la difesa dei diritti civili, organizzazioni non governative e aziende.
Uno spazio virtuale in cui si può vivere una seconda vita
In un metaverso è possibile fare (quasi) tutto quello che si fa nella vita reale: acquistare prodotti, studiare, giocare, lavorare, incontrare i propri amici, partecipare ad eventi o conoscere persone. A tal proposito i meno giovani ricorderanno la piattaforma Second Life che venne creata con finalità simili ma arrivò forse in anticipo sui tempi.
La convinzione di Facebook in proposito è che un eventuale metaverso debba essere concepito come un prodotto composito i cui vari aspetti richiederanno tempo per essere progettati e sviluppati. Non è neanche detto che una soluzione di questo genere sia destinata a riscuotere successo e tutti i dettagli dovranno essere studiati con la massima prudenza.
Un metaverso pone infatti diversi interrogativi dal punto di vista della tutela della privacy, della convivenza tra gli utenti, della sicurezza, dell’inclusività e del ruolo che dovranno svolgere gli operatori economici all’interno di esso. La compagnia californiana non ha certo bisogno di dover fronteggiare nuove polemiche riguardo a temi come la trasparenza sui dati e l’hate speech.