Il 12 marzo 2018 il Web ha compiuto i suoi primi 29 anni di età, per l’occasione Tim Berners-Lee, considerato il padre della Rete, ha pubblicato la sua ultima lettera aperta nella quale vengono descritte le future prospettive del progetto e i pericoli che potrebbero comprometterne l’evoluzione. Come sempre, a poche celebrazioni seguono alcune riflessioni delle quali tenere conto.
Come ricordato da Berners-Lee, ad oggi circa la metà della popolazione mondiale dispone di una connessione ad Internet, quindi ora il Mondo dovrà rispondere a due domande: in che modo garantire la stessa opportunità alla metà di Mondo restante? Siamo certi che questa parte di umanità desideri un Web come quello che oggi le possiamo offrire?
L’accesso alla Rete è considerato un diritto fondamentale degli esseri umani dal 2016, il Digital Divide impedisce invece a miliardi di persone di informarsi, trovare un lavoro, partecipare al dibattito democratico e migliorare le proprie condizioni di vita. Le Nazioni Unite indicano una soglia minima di 1GB di dati in mobilità ad un costo pari al 2% del reddito mensile medio per individuo, ma in diversi Paesi tale costo è ancora vicino al 20%.
Sono quindi necessarie politiche che favoriscano una fruizione pubblica e libera del Web, queste iniziative non saranno però sufficienti senza che venga limitata la posizione dominante dei cosiddetti "gatekeepers". Secondo Berners-Lee infatti, realtà come Google e Facebook avrebbero oggi troppo potere decisionale per quanto riguarda l’accesso alle informazioni.
A suo parere, un Web dove le realtà indipendenti vengono sempre più marginalizzate non potrà che essere meno innovativo di quanto sia stato capace di fare in passato. Per arginare questo stato di cose una possibilità potrebbe essere quella di costituire un’istituzione super partes in grado di dettare delle linee guida valide per tutta la Rete.