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I protocolli (il TCP/IP) – parte 2

6.3.1 Il trasloco

  1. Abbiamo bisogno di trasportare i nostri mobili dal vecchio al nuovo appartamento ed allo scopo stipuliamo un contratto con un’agenzia specializzata;
  2. L’agenzia contatta la propria sede più vicina al nostro nuovo appartamento e prende accordi;
  3. L’agenzia si rivolge ad un’azienda di trasporti e le conferisce l’incarico;
  4. Gli operai dei trasporti impacchettano le nostre cose scrivendo su ogni scatola, come minimo, il nostro nome e l’indirizzo attuali (dati del mittente), l’indirizzo di consegna (dati del destinatario) [Fig. 9], un numero progressivo e, su richiesta dell’agenzia, il numero e la data del contratto;
  5. Alcuni oggetti, l’armadio per esempio, sono troppo grossi per essere trasportati così come sono e vengono quindi smontati, i singoli pezzi vengono numerati per facilitare il rimontaggio e posti in più scatole (N.B.: il proprietario e l’agenzia non si preoccupano di questo dettaglio e l’eventuale necessità di ridurre il materiale da trasportare in parti di dimensioni adatte ad essere maneggiate è un problema della ditta di trasporti);
  6. Le scatole vengono caricate su alcuni camion che si occupano di trasportare il tutto a destinazione;
  7. Alcuni camion seguiranno un percorso autostradale ed altri utilizzeranno la viabilità ordinaria;
  8. Alcuni operai dell’agenzia presso il nostro nuovo appartamento si occuperanno di scaricare il tutto, di verificare, grazie alla numerazione delle scatole, che niente sia andato perso (in caso contrario si attiveranno per rintracciare le scatole mancanti) rimuoveranno le etichette, gli imballi ed in generale tutto ciò che è stato aggiunto ai soli fini del trasporto e rimonteranno tutti i mobili esattamente (si spera) come si trovavano nel vecchio appartamento.
6.3.2 Il Web Browsing

  1. Nella barra degli indirizzi del nostro browser digitiamo l’URL www.mrwcorsi.it ;
  2. Il browser contatta lo strato APPLICATION del TCP/IP sul nostro computer (l’ agenzia di traslochi) che prende in carico la nostra richiesta ed invia al web server che ospita il sito la richiesta di stabilire una “connessione” ;
  3. Il Web server riceve la nostra richiesta e instaura la connessione; (livello APPLICATION)
  4. Ora che abbiamo stabilito un canale di comunicazione col web server lo utilizziamo per chiedergli l’invio del file ABCD.html; (livello APPLICATION)
  5. Il Web server riceve la nostra richiesta e ci invia il file dopo averlo sezionato in “pacchetti” TCP/IP numerati (le scatole del trasloco) la cui quantità dipende dalle dimensioni del file; (livello TRANSPORT e INTERNET)
  6. I pacchetti vengono trasmessi sui cavi delle varie reti che è necessario attraversare e non è certo che tutti seguano lo stesso percorso per giungere a destinazione; (livelli INTERNET e PHYSICAL)
  7. Il nostro browser riceve i pacchetti (non necessariamente nello stesso ordine in cui sono stati inviati) ed manda periodicamente al web server un ok di ricevuta o un messaggio che chiede la ritrasmissione dei pacchetti perduti o danneggiati; (livelli TRANSPORT e INTERNET)
  8. Il nostro browser riassembla il file ricevuto “smontato” e lo visualizza. (livello APPLICATION)
Anche se molto distanti fra loro le due situazioni appena viste hanno molti punti in comune:
  • dal lato di chi spedisce i livelli vengono attraversati dall’alto verso il basso, per chi riceve, invece, dal basso verso l’alto (intendendo per basso il livello PHYSICAL che nel caso delle reti e rappresentato dai cavi mentre nell’esempio del trasloco può essere rappresentato dalle strade asfaltate);
  • ogni livello, nel passare l’oggetto/dato da trasportare a quello sottostante, aggiunge delle informazioni necessarie ai propri scopi [i quadratini colorati di Fig. 9], insomma anche se il “dato” da trasferire è costituito dai soli mobili, per raggiungere lo scopo finiamo per spostare da un punto all’altro molte altre cose, vedi il numero sui pezzi dell’armadio, poi le scatole in cui si mettono i pezzi, poi le etichette sulle scatole e infine i camion che trasportano le scatole…;
  • le informazioni aggiuntive introdotte da un livello in fase di spedizione hanno senso solo per lo stesso livello in fase di ricezione (come indicare l’indirizzo del mittente/destinatario o come numerare le parti smontate dell’armadio lo stabilisce la ditta di trasporti e devono saperlo i suoi operai mentre non è necessario che l’agenzia o il proprietario dei mobili ne siano a conoscenza) quindi si stabiliscono una serie di “conversazioni nella conversazione” fra i pari livelli del protocollo dal lato mittente e dal lato destinatario [Fig. 11];
  • in entrambi i casi il risultato viene raggiunto grazie alla collaborazione di una serie di componenti ognuno dei quali sfrutta servizi messi a disposizione dagli altri;
  • un livello sfrutta quello sottostante senza aver bisogno di conoscerne i dettagli (l’agenzia di traslochi incarica la ditta di trasporti e non le interessa conoscere le procedure che adotta quest’ultima in caso di smarrimento di alcuni pacchi, tutto ciò che ha bisogno di sapere e che la consegna è garantita).
6.4 Gli indirizzi

Il carattere dichiaratamente introduttivo di questa guida impone di non scendere ulteriormente nei dettagli di ciò che avviene ai vari livelli del protocollo TCP/IP, tuttavia non si può chiudere l’argomento senza qualche cenno relativo alle modalità di “indirizzamento” del protocollo.

In una rete costituita da più di 2 computer quando si vogliono trasmettere dei dati si rende necessario un metodo per individuare univocamente il computer mittente e quello destinatario.

Nel nostro esempio del trasloco affinché tutto funzionasse era necessario indicare l’indirizzo di partenza e quello di arrivo espressi secondo lo standard CITTA’ – VIA – NUMERO CIVICO.

Nell’ambito delle reti di computer accade qualcosa di molto simile solo che ciò che definiamo “indirizzo” ha un formato diverso.

Nello standard ethernet (livello NETWORK INTERFACE/PHYSICAL) ogni dispositivo connesso alla rete è univocamente identificato attraverso il cosiddetto “MAC Address” (o indirizzo fisico) assegnato alla scheda di rete al momento della fabbricazione e costituito da 12 cifre in esadecimale (es.: 0C:A0:C9:0A:B2:10) di cui le prime 6 identificano il produttore e le rimanenti rappresentano una sorta di numero progressivo assegnato alla scheda, in questo modo non possono esserci due schede di rete con lo stesso MAC Address.

Al livello INTERNET della suite TCP/IP resta valida la necessità di individuare “univocamente” ogni dispositivo connesso alla rete in quanto questo è il livello al quale avviene la consegna dei “pacchetti” in cui veniva smontato il file di cui all’esempio del paragrafo 6.3.2; lo scopo viene raggiunto assegnando ad ogni dispositivo un “indirizzo IP” non duplicato.

Un indirizzo IP (secondo la versione 4 del protocollo che è attualmente la più diffusa) è costituito da 2 numeri divisi ognuno in 4 blocchi da 3 cifre ciascuno detti “indirizzo” e “subnet mask” , ecco un tipico esempio: indirizzo 192.168.45.24, subnet mask 255.255.255.0.

Perché 2 numeri?

Il nostro indirizzo di casa è costituito da VIA e NUMERO CIVICO e tutte le abitazioni che si trovano nella nostra stessa strada hanno un indirizzo che ha la parte VIA uguale al nostro ma diverso NUMERO CIVICO (ovviamente non esistono due case con lo stesso numero nella stessa strada).

Qualcosa di simile avviene con gli indirizzi IP dove l’indirizzo contiene in se 2 informazioni: l’identificativo della RETE (l’equivalente della strada) e, nell’ambito della rete, l’identificativo del computer (l’equivalente del numero civico); la funzione della subnet mask è proprio quella di definire quale parte dell’indirizzo IP indica la rete e quale il computer.

Nel nostro esempio la subnet mask pari a 255.255.255.0 ci dice che l’indirizzo 192.168.45.24 identifica il computer/dispositivo 24 della rete 192.168.45

Molto altro ci sarebbe da dire sull’argomento, che in questa sede è stato volutamente semplificato, ma per ora rimandiamo la cosa ad un apposito documento.

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