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RegExp: le espressioni regolari in Javascript

In questa lezione della nostra guida Javascript affronteremo un argomento molto importante ovvero come utilizzare le espressioni regolari all’interno delle nostre applicazioni. La padronanza dei costrutti delle RegExp è un requisito fondamentale per il "buon sviluppatore" Javascript in quanto consente, tra le altre cose, di creare strumenti di validazione efficaci con cui verificare la correttezza dei dati passati in input dagli utenti.

Cosa sono le RegExp?

Le regular expressions (in italiano "espressioni regolari") – comunemente abbreviate in RegExp – sono un potente strumento per il controllo formale della sintassi di una stringa al fine di verificare che questa corrisponda o meno ad un modello (pattern) predefinito.

Le espressioni regolari sono una tecnica trasversale a quasi tutti i linguaggi di programmazione, tant’è che alcuni sono arrivati a definire questa tecnica come uno pseudo-linguaggio vero e proprio.

La definizione di pattern richiede la conoscenza di una sintassi piuttosto complessa, abbastanza familiare, tuttavia, a coloro che conoscono il Perl. Pur avendo tratti comuni a vari linguaggi, le espressioni regolari variano a seconda del linguaggio utilizzato quindi modelli creati per PHP, ad esempio, non funzionano necessariamente in Javascript (seppur vi sia una grande somiglianza).

Casi d’uso frequenti per le RegExp

Un classico esempio di controllo di espressione regolare è rappresentato dalla verifica della corretta formattazione sintattica dell’indirizzo email; tale verifica, in estrema sintesi, controlla che l’indirizzo sia composto da una username, seguito dalla chiocciola (@) e dal dominio del sito/provider.

[email protected]

Altro esempio di espressione regolare piuttosto utilizzata riguarda il controllo formale dell codice fiscale: questo è composto da 16 caratteri alfanumerici, in una sequenza "predefinita" del tipo:

AAABBB12C21D345E

Ovviamente ci sono molti altri esempi in cui è frequente ricorrere alle espressioni regolari per controllare una stringa, normalmente si tratta di esigenze di validazione di informazioni ricevute in input dagli utenti attraverso una querystring o un form.

Dichiarare un’espressione regolare in Javascript

Esistono due sistemi con cui è possibile dichiarare il pattern (sequenza di caratteri di controllo) di un’espressione regolare; il primo è attraverso una semplice stringa contenuta in una coppia di caratteri slash (/) ed il secondo attraverso l’oggetto RegExp.

La sintassi attraverso la quale definire il pattern per un’espressione regolare è la seguente:

var espressione = /pattern/;

Vediamo un esempio di pattern per verificare che una stringa sia composta solo da caratteri alfabetici senza fare distinzione tra maiuscole e minuscole:

var espressione = /^[a-z]+$/i;

Vedremno più avanti in che modo è stato composto questo pattern, per ora limitiamoci ad osservare come questo sia racchiuso tra i caratteri di slash e che dopo lo slash di chiusura è stata aggiunta una "i".

Questa lattera (i) è detta modificatore ed indica al nostro programma di effettuare una ricerca NON case sensitive (la "i" sta per ignore case), cioè di non fare differenze tra maiuscole e minuscole.

I modificatori supportati sono tre:

  • i – non distingue tra maiuscole e minuscole;
  • g – esegue ricerche globali, cioè non si ferma alla prima occorrenza;
  • m – esegue ricerche multiline (il pattern viene confrontato con ogni linea del testo);

Come detto esiste un secondo modo per la creazione di espressioni regolari e consiste nell’utilizzo dell’oggetto RegExp. Questo viene istanziato in una variabile un po’ come accade per l’oggetto Date():

var espressione = new RegExp('pattern');

Volendo riprodurre l’esempio visto sopra avremmo scritto:

var espressione = new RegExp('^[a-z]+$','i');

Come vedete il pattern è il primo attributo atteso dal metodo mentre l’eventuale modificatore è il secondo.

In sostanza non ci sono differenze tra questi due sistemi dichiarativi. Negli esempi che seguiranno, per semplicità, utilizzeremo il primo dei due sistemi descritti.

Effettuare un controllo tramite espressione regolare: il metodo test()

Per impostare il controllo di un’espressione regolare si utilizza il metodo test() dell’oggetto RegExp il quale restituirà true in caso di successo o false in caso contrario. Vediamo la sintasi:

if (espressione.test(stringa))
{
  // "stringa" è conforme all'espressione
}
else
{
  // "stringa" NON è conforme all'espressione
}

Naturalmente possiamo impostare il controllo in modo inverso attraverso l’operatore logico di negazione. Se vogliamo che il nostro programma faccia qualcosa solo se l’espressione regolare non è verificata scriveremo così:

if (!espressione.test(stringa))
{
  // avviso dell'errore... 
}

il che equivale a:

if (espressione.test(stringa) == false)
{
  // avviso dell'errore... 
}

Vediamo un esempio concreto: supponiamo di voler verificare che l’username inserito dall’utente sia composto solo da letteri e numeri avvisandolo (con un alert) in caso di errore:

// definisco in una variabile un username in modo arbitrario
// nella realtà recupereremo questo valore da un campo input di un form
var username = 'mario.rossi';

// imposto un modello
var re = /^[a-z0-9]+$/i;

// faccio la verifica
if (!re.test(username)) {
  alert('Puoi inserire solo lettere e numeri!');    
}

Estrarre le stringhe corrispondenti al pattern: il metodo exec()

Se il metodo test() restuisce semplicemente true o false, il metodo exec() restuisce la stringa corrispondente al pattern (se trovata) oppure null (in caso di match non riuscito). Vediamo un esempio:

// definisco una stringa
var str = 'Mr.Webmaster';

// definisco un semplice pattern per verificare
// che la stringa inizi per "Mr"
var re = /^Mr/;
 
var res = re.exec(str);
document.write(res);

Questo esempio stamperà a video: Mr

Costruire il pattern: la sintassi delle espressioni regolari

Veniamo adesso alla parte più difficile dell’argomento espressioni regolari, ovvero la definizione dei pattern (sequenze di caratteri di controllo), dei costrutti sintattici e semantici.

Una volta entrati nei vari meccanismi che regolano la definizione di un’espressione regolare, più o meno semplice o generica, risulterà molto semplice risolvere problemi apparentemente diffici, risolvibili altrimenti con lunghe routine di controllo attraverso il linguaggio di programmazione o di scripting utilizzato.

Abbiamo già visto più sopra un esempio che verifica che una stringa sia composta esclusivamente da caratteri alfanumerici:

var espressione = /^[a-z0-9]+$/i;

Analizziamo la sintassi utilizzata all’interno di questa espressione regolare:

  • ^ – indica che la stringa deve iniziare con…;
  • [ e ] – indicano qualsiasi carattere tra quelli al loro interno;
  • a-z e 0-9 – indica che la stringa può contenere tutti i caratteri che vanno da "a" a "z" e da 0 a 9;
  • + – indica che la stringa deve contenere almeno uno dei caratteri tra le parentesi quadre;
  • $ – indica il termine della stringa;

Ipotiziamo che uno dei caratteri da controllare in un’espressione regolare sia, accidentalmente, un metacarattere delle espressioni regolari o altro carattere speciale (come ad esempio una parentesi quadra). Per farlo utilizzeremo il carattere back-slash (\) per isolarlo. Facciamo un esempio supponendo di dover verificare che una data stringa contenga il carattere "^":

/\^/

Se il carattere da controllare è proprio un back-slash, utilizzeremo un doppio back-slash:

/\\/

Il primo back-slash fungerà da literal escape ed il secondo verrà interpretato come carattere semplice e non come speciale.

Passiamo a qualcosa di più complesso. Ipotizziamo di voler verificare che in una stringa sia presente il carattere punto che separi due blocchi alfanumerici. Ecco l’espressione regolare da utilizzare:>/p>

var espressione = /^[a-z]+\.[a-z]/;
var stringa = "mrwebmaster.it";
if (!espressione.test(stringa))
{
  document.write("La stringa non è valida!");
}

Anche in questo caso abbiamo utilizzato un backslash in quanto il carattere punto (.) ha un valore "speciale" nella sintassi delle espressioni regolari e, se non preceduto da un backslash, euqivale a dire "qualsiasi carattere".

Fino ad ora, nei pochi esempi trattati, abbiamo visto alcuni caratteri speciali ma in relatà ne esistono parecchi. Vediamo di seguito un riepilogo dei caratteri speciali, dei metacaratteri e delle strutture sintattiche utilizzati nelle espressioni regolari:

Marcatori di inizio e termine stringa:

  • ^ – verifica l’inizio di una stringa (attenzione! se utilizzato all’interno di una parentesi quadra indica una negazione);
  • $ – verifica la fine di una stringa;

Metacaratteri:

  • . – qualsiasi carattere ad esclusione del ritorno a capo;
  • \w – verifica che una stringa sia alfanumerica, minuscola
  • \W – verifica che una stringa sia alfanumerica, maiuscola
  • \d – indica qualsiasi cifra numerica;
  • \D – indica qualsiasi carattere che non sia una cifra numerica;
  • \s – indica uno spazio vuoto;
  • \S – indica qualsiasi carattere che non sia uno spazio vuoto;
  • \t – indica una tabulazione;
  • \r – indica un carriage return;
  • \n – indica un linefeed;

Parentesi quadre:

  • […] – le parentesi quadre identificano range e classi di caratteri;
  • [abc] – identifica qualsiasi carattere tra quelli tra parentesi quadra;
  • [^abc] – identifica qualsiasi carattere ad esclusione di quelli tra quelli tra parentesi quadra (^ funge da negazione);
  • [a-z] o [0-9] – il trattino all’interno della parentesi quadra identifica un range di caratteri;

Parentesi tonde:

  • (…) – le parentesi tonde identificano dei gruppi di caratteri (i gruppi diventamo fondamentali se si deve effettuare una sostituzione mediante espressioni regolari);
  • (a|b) – il simobolo | identifica un alternanza (o "a" o "b") all’interno del gruppo;

Ripetizioni di caratteri:

  • {x} – indica il carattere precedente per x volte
  • {x,} – indica il carattere precedente per x o più volte
  • {x,y} – il carattere precedente si ripetere x volte ma non più di y
  • ? – indica il carattere precedente per 0 o 1 occorrenza
  • * – equivale a {0,}
  • + – equivale a {1,}

RegExp: snippet pronti all’uso

Come detto all’inizio di questo articolo, la scrittura di RegExp non è una cosa semplicissima in quanto per poter definire in autonomia dei pattern corretti è necessario avere una certa padronanza della materia.

Per questo motivo ritengo utile fornire una serie di modelli pronti all’uso per affrontare i casi più frequenti.

Validare un nome

Supponiamo di dover validare un campo di un form in cui l’utente deve inserire il suo nome. Per farlo accetteremo lettere dell’alfabeto (sia minuscole che maiuscole) e spazi (pensiamo ai nomi composti) con una lunghezza minima di 6 caratteri e massima di 30 caratteri:

var nome = /^[A-Za-z ]{6,30}$/;

Validare una password

Per validare una password abbiamo bisogno di costruire un pattern che accetti caratteri alfanumerici (lettere minuscole, maiuscole e numeri) ed imposti una lunghezza minima (ad esempio 8) ed una massima (ad esempio 20):

var password = /^[A-Za-z0-9]{8,20}$/;

Validare un indirizzo di posta elettronica

E terminiamo con il controllo su un indirizzo email, dove è consentita la "@", il "-", l’underscore e il punto, ma nessun altro carattere speciale:

var email = /^([a-z0-9_\.-]+)@([\da-z\.-]+)\.([a-z\.]{2,6})$/;

Validare una URL

Un altro interessante pattern è quello per validare le URL, eccolo:

var url = /^(https?:\/\/)?([\da-z\.-]+)\.([a-z\.]{2,6})([\/\w \.-]*)*\/?$/;

Usare le espressioni regolari per effettuare ricerche e sostituzioni

Attraverso le espressioni regolari è possibile utilizzare anche i metodi search() e replace() tipici delle stringhe. Nella lezione successiva vedremo, appunto, come manipolare le stringhe attraverso i metodi e le proprietà ad esse associate.

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Massimiliano Bossi
Massimiliano Bossi
Stregato dalla rete sin dai tempi delle BBS e dei modem a 2.400 baud, ho avuto la fortuna di poter trasformare la mia passione in un lavoro (nonostante una Laurea in Giurisprudenza). Adoro scrivere codice e mi occupo quotidianamente di comunicazione, design e nuovi media digitali. Orgogliosamente "nerd" sono il fondatore di MRW.it (per il quale ho scritto centinaia di articoli) e di una nota Web-Agency (dove seguo in prima persona progetti digitali per numerosi clienti sia in Italia che all'estero).