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httpd.conf: il cuore di Apache

I comportamenti e le funzionalità di Apache vengono stabilite da un file di configurazione chiamato httpd.conf modificabile attraverso un semplice editor di testo come Vim o Gedit per Linux e NotePad per Windows.

Se non ricordate la directory in cui avete installato Apache in Linux, generalmente:

/usr/local/apache/conf/
potrete facilmente accedere al percorso del file di configurazione digitando da Shell la riga di comando:
locate httpd.conf
Per quanto riguarda Windows, la directory di default è in genere:
C:\Programmi\Apache Group\Apache\conf
In alternativa basterà un semplice:
Start / Trova / File e Cartelle / httpd.conf
Editando httpd.conf troverete una lunga serie di istruzioni; alcune righe saranno precedute dal simbolo del cancelletto “#”, ciò significa che sono state “commentate” e le istruzioni che contengono non avranno influenza sul funzionamento di Apache; in molti casi si tratta di semplici indicazioni riguardanti le diverse tipologie di configurazione.

Le righe non precedute da “#” sono invece vere e proprie istruzioni di configurazione abilitate; prendiamo per esempio le righe:

#AddModule mod_rewrite.c
AddModule mod_access.c
Il cancelletto davanti ad “AddModule mod_rewrite.c” indica che questo modulo non è abilitato e non lo sarà fino a quando questa riga non verrà “decommentata” eliminando il “#”; al contrario “AddModule mod_access.c” indica un modulo abilitato che potrà essere disabilitato inserendo il cancelletto a inizio riga.

Come potrete notare httpd.conf è un file lungo e ricco di opzioni, non sarà possibile descriverle tutte in un unico capitolo, dedicheremo quindi i prossimi due a sottolineare nel miglior modo possibile le sue funzionalità principali.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.