back to top

Storia e cronologia di HTML

Il lungo cammino verso HTML5 parte dalla prima definizione di HTML avvenuta all’inizio degli anni ’90. Il neonato Internet aveva bisogno di un linguaggio di formattazione dei contenuti che li rendesse fruibili in modo organizzato, questi sarebbero poi stati veicolati all’utente avvalendosi di un browser, un software cioè che li avrebbe mostrati così come indicato dai comandi (tags) che componevano il documento (ipertesto) HTML assieme all’informazione pura. Tim Berners-Lee, padre del Web, lo definì basandosi sul metalinguaggio SGML (Standard Generalized Markup Language) e gli affiancò un protocollo di trasporto, il ben noto HTTP.

Da HTML Tags ad HTML 4.01

Negli anni successivi l’affermazione del Web con la sua repentina ed inarrestabile diffusione aveva creato la necessità  di estendere e migliorare il linguaggio originale (HTML Tags), inizialmente composto da una manciata di elementi. Dopo alcune revisioni avvenute tra il 1991 ed il 1992, nel 1993 Lee insieme allo IETF (Internet Engineering Task Force, una comunità di tecnici interessata allo sviluppo di Internet) pubblicò “Hypertext Markup Language (HTML)” Internet-Draf, il primo documento ufficiale che proponeva (proposal) una bozza avente lo scopo di formalizzare il linguaggio.

Dopo ulteriori revisioni, il lavoro di stesura delle specifiche sfociò in HTML 2.0, a metà  del 1993.

Nel 1995 lo IETF rese pubblico un nuovo proposal che introduceva HTML 3.0. La specifica non ebbe successo per vari motivi, non ultimo dei quali l’imperversante guerra dei browser che in quel momento storico intercorreva tra Netscape e Microsoft. Le due aziende decisero di implementare solamente un subset delle funzionalità descritte nelle 150 pagine del documento aggiungendo al contempo estensioni proprietarie che miravano soprattutto al controllo dello stile e del look&feel delle pagine web (visual markup). Questo approccio era in aperto contrasto con la filosofia accademico/tecnica che intendeva HTML come un linguaggio esclusivamente di formattazione (markup).

Con l’abbandono dello IETF, formalizzato con la chiusura del proprio HTML Working Group nel 1996, la prima Recommendation del W3C uscì nel 1997 (HTML 3.2). Il documento si proponeva di ridurre la distanza tra le estensioni proprietarie promuovendone una sintesi accettabile ed adottando in parte i tags “stilistici” di Netscape.

Nel dicembre 1997 il W3C pubblicò una nuova Recommendation: HTML 4.0 (nome in codice “Cougar”) che prevedeva tre varianti:

  • Strict: gli elementi deprecati erano proibiti.
  • Transitional: gli elementi deprecati erano permessi.
  • Frameset: in buona sostanza veniva permesso l’utilizzo dei soli elementi strettamente legati ai frames.

HTML 4.0 inoltre deprecava i tags Netscape relativi allo stile, tra i quali il tag font, caldeggiando in alternativa l’uso dei CSS (Fogli di stile – Cascading Style Sheets).

Preceduta e seguita da alcune piccole correzioni (errata), nel Dicembre del 1999 fu pubblicata la Recommendation HTML 4.01 che attualmente rimane l’ultima rilasciata per il linguaggio.

XHTML

XHTML (eXtensible HyperText Markup Language) è una applicazione di XML così come HTML lo è di SGML. Il W3C fornisce questa definizione per la prima versione del linguaggio:

XHTML 1.0 è una riformulazione di HTML 4.01 in XML, combina la robustezza di HTML4 con la potenza di XML.

Il documento XHTML può essere validato da un parser XML, il documento HTML al contrario ne richiede uno specifico.

Qualche caratteristica:

  • XML è case-sensitive per elementi ed attributi.
  • il processamento di un documento che produca errori di parsing semplicemente viene terminato.
  • il doctype deve essere sempre presente perchè il documento possa essere validato.
  • tutti i tags devono essere chiusi.

XHTML è quindi molto più restrittivo di HTML, in conseguenza del fatto che XML di cui è applicazione è un subset molto più restrittivo di SGML rispetto a quanto lo sia HTML.

Tra gli obiettivi della sua creazione la volontà di spingere gli autori di contenuti Web verso una sintassi più vicina all’XML allo scopo di semplificare l’interoperabilità con altri formati XML come ad esempio SVG (Scalable Vector Graphics).

La versione 1.0 diventò Recommendation W3C il 26 Gennaio 2000.

La spinta successiva soffiò nella direzione della modularizzazione XHTML, ossia la pacchettizzare del linguaggio in moduli con lo scopo di renderlo estensibile. L’idea era quella di renderlo flessibile per l’utilizzo su media come dispositivi mobile e TV connesse alla rete.

Il lavoro portò alla realizzazione di una nuova specifica: XHTML 1.1.

Oltre ad eliminare alcuni attributi ed aggiungere dei tags per migliorare il supporto per le lingue asiatiche il linguaggio doveva essere trasmesso con un media type particolare (application/xhtml+xml) e non come HTML; questa limitazione nè limitò fortemente l’adozione tanto da spingere nel 2009 il W3C a rilassare la restrizione permettendo che il documento si potesse servire come HTML.

Venne iniziato poi il lavoro di stesura delle specifiche di XHTML 1.2 abbandonato definitivamente nel 2010.

XHTML 2.0

Nel 2002 il W3C rilasciò il primo draft per un nuovo linguaggio che non prevedeva la retrocompatibilità nè con XHTML 1.x nè con HTML 4.01. XHTML 2.0 doveva adottare XML DOM al posto del Document Object Model, tra le novità prevedeva che ogni elemento avrebbe potuto comportarsi come un link a fronte della sola aggiunta di un attributo href e includeva tra gli altri un nuovo tag nl per implementare liste di navigazione. Le pressioni esercitate in senso contrario al linguaggio dal WHATWG, dovute in massima parte al disaccordo sulla mancanza di backward compatibility, portarono all’abbandono definitivo del progetto nel 2009 spianando definitivamente la strada ad HTML5.

Pubblicitร 
Articolo precedente
Articolo successivo

In questa guida...